Io sto con Gabriele

La dichiarazione preliminare su Gabriele Del Grande che ho svolto nel Consiglio comunale di Como del 20 aprile. Chiediamo al sindaco e al presidente del Consiglio di far sentire forte la voce solidale della nostra città, Messaggera di Pace, e di adoperarsi urgentemente presso il nostro ministero degli Esteri per chiedere che Del Grande venga immediatamente rilasciato e rimpatriato.

Oggi, in oltre 20 città italiane, donne e uomini sono scesi in piazza per chiedere il rilascio immediato del giornalista e documentarista, Gabriele Del Grande, detenuto in un carcere turco dal 9 aprile, senza che sia stata formulata un’accusa e senza che Del Grande abbia potuto incontrare un avvocato e neppure il console italiano. Altre città scenderanno in piazza fino a quando Gabriele non tornerà in Italia. Nella prima telefonata alla compagna, martedì 18 aprile, Gabriele ha comunicato la sua decisione di iniziare uno sciopero della fame e ha chiesto all’Italia e agli italiani di mobilitarsi per la sua liberazione.
Ci preoccupa la durezza delle condizioni di vita nelle carceri di un Paese come la Turchia, in cui, soprattutto dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza successiva al fallito golpe della scorsa estate, c’è stata una forte stretta repressiva a scapito del rispetto dei diritti umani. Un Paese in cui la situazione di tensione è ulteriormente salita dopo la recente contestata vittoria nel referendum costituzionale voluto da Erdogan.
Con Erdogan l’Unione Europea e l’Italia fanno affari e hanno stretto accordi cinici in violazione del diritto europeo alla protezione internazionale dei rifugiati e della Convenzione di Ginevra, una scelta politica ingiusta, disumana e costosa (il 70% del denaro impiegato dall’Unione europea per i profughi è destinato a misure dissuasive e respingimenti).
Del Grande, esperto di migrazioni e Medioriente, autore di Io sto con la sposa, il documentario/manifesto sul diritto alla libera circolazione delle persone, presentato a Venezia nel 2014 è stato fermato nella provincia di Hatay, al confine con la Siria, dove si trovava per raccogliere materiale per il suo nuovo libro.
A Gabriele Del Grande e “a tutti coloro che il mare non sono riusciti ad attraversarlo perché ci sono rimasti dentro”, Giusi Nicolini, sindaca di Lampedusa e Linosa ha dedicato il Premio per la pace ricevuto ieri dall’Unesco, insieme all’organizzazione non governativa francese SOS Méditerranée, “per il loro lavoro per salvare la vita dei rifugiati e dei migranti e per accoglierli con dignità”. “Lui è stato il primo attraverso un sito a contare i morti nel Mediterraneo, quando ancora nessuno sapeva che si moriva nel Mediterraneo. Adesso è prigioniero in Turchia, pretendo che il governo del nostro paese riporti a casa presto Gabriele”.
Insieme a Giusi Nicolini, alla compagna di Gabriele, madre dei suoi due figli, alla famiglia, alle amiche e agli amici e a tutti i cittadini e le cittadine scesi in piazza oggi chiediamo il massimo impegno delle nostre rappresentanze diplomatiche in Turchia e chiediamo al nostro governo di attivarsi immediatamente affinché al più presto siano comunicate la data e le modalità del rilascio di Del Grande». [Celeste Grossi, consigliera comunale Paco-Sel]

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